La tela, di media grandezza, chiusa in una meravigliosa cornice in legno scolpito ed indorato, pur presentando i caratteri stilistici e cromatici propri del Tommasi, considerato il senso di pesantezza o di indefinibile sproporzione, che esula dalle sue opere, non si ritiene opera del Maestro, ma si può tuttavia attribuire ad un suo allievo (N. BILARDO, cit.).
Il dipinto appare un’evidente replica, per la sola figura della Vergine, della Pietà di Tortorici, per cui riteniamo che si possa attribuire al Tomasi, che l’avrà eseguita nello stesso periodo, e cioè nel 1662 circa: del resto, non sapremmo a quale dei discepoli potesse mai essere riferito il dipinto che, nonostante l’imperfezione sopra accennata, resta sempre di un certo interesse. E’ stato restaurato a cura della Sovrintendenza BB.CC.AA. di Messina nell’anno 2002.